COSA PUBBLICA VS COSA NOSTRA

Chi ha l’ambizione di occuparsi della cosa pubblica deve essere consapevole che oggi, nella nostra bella Toscana, le mafie hanno tentacoli molto lunghi.

Nella logistica, nel commercio internazionale di sostanze stupefacenti, nella moda, nel tessile.
E soprattutto nella gestione, mobilitazione e smaltimento dei rifiuti.

Non lo dico io, lo dicono la DDA di Firenze, che a gennaio ha messo sotto indagine mezza classe politica del nostro territorio in seguito allo scandalo Keu.
E lo dice l’Irpet che ha calcolato in 1,2 miliardi di euro il giro d’affari delle mafie in Toscana.
“Seguire il denaro”, suggeriva Giovanni Falcone per comprendere il modus operandi delle cosche.

Dobbiamo creare un argine contro questo strapotere che è il vero motore dell’insicurezza delle nostre città. E dobbiamo farlo in ciascuno dei 273 comuni toscani. Chiudendo le porte a corrotti e corruttori e aprendole a chi lavora nell’interesse pubblico. Noi siamo pronti.