DIALOGO SU LAVORO PRECARIO E POVERO
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Martedì 21 maggio 2024
Piazza Farinata degli Uberti,12
Sede Leonardo Masi sindaco
INTERESSANTISSIMO INCONTRO
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Martedì 21 maggio 2024
Piazza Farinata degli Uberti,12
Sede Leonardo Masi sindaco
INTERESSANTISSIMO INCONTRO
Cominciamo ad approfondire il nostro programma di mandato, partendo da uno dei temi più complessi e urgenti per il nostro territorio.
Tre proposte chiare e immediatamente realizzabili.
Chi ha a cuore il futuro della città e del nostro territorio deve, prima di tutto, informarsi e conoscere cosa si sta muovendo. Per questo serate come quella organizzata ieri da Trasparenza Per Empoli, che non smetterò mai di ringraziare per l’impegno profuso in questi anni, sono così importanti.
Ieri sera si è parlato di Piano strutturale intercomunale. È lo strumento principe per disegnare il domani di un territorio. E quello appena approvato dal Pd a Empoli è una schifezza. Senza mezzi termini. Un passo indietro del quale non abbiamo alcun bisogno.
Attenzione. La nostra preoccupazione non si fonda certo su un pregiudizio, ma sui numeri. Sull’analisi delle schede di trasformazione urbana, sulle previsioni di edificazione.
Che ci dicono che, nei prossimi 20 anni, a Empoli sono previste nuove edificazioni per più 390mila metri quadri, con conseguente impennata del consumo di suolo, per metrature ancora maggiori. Di questi, 160mila metri quadri saranno destinati alla realizzazione di una nuova area industriale. E qui siamo al paradosso. Non siamo in grado ancora di collegare adeguatamente le zone produttive attuali eppure facciamo carte false per costruire ancora, andando a indebolire ulteriormente un territorio fragile dal punto di vista idro geologico.
Questo non è futuro. È follia.
Ecco perché, come ho sottolineato una volta di più ieri sera, una delle prime azioni che faremo quando saremo alla guida di Empoli sarà quella di ritirare l’attuale Piano strutturale intercomunale, ripensarlo e ridare così alla nostra città e alle zone a noi vicine, quel respiro e quello sguardo al futuro di cui hanno bisogno.
Più consumo di suolo, nessuna misura di contrasto al dissesto idrogeologico, la previsione di una crescita demografica per nulla suffragata dai dati e una politica urbanistico/produttiva sconclusionata.
Il Piano operativo che il PD ha approvato ieri sera ha un solo aspetto positivo: non verrà adottato nel corso di questa consiliatura, ma sarà la prossima maggioranza a dare il via libera definitivo.
O, se saremo noi a guidare la città, a dargli una bella rinfrescata, allineandolo a quello delle città che guardano a un futuro sostenibile, fatto di infrastrutture intelligenti, di grandi aree verdi pubbliche, di mobilità dolce, di comunità energetiche e di un tessuto sociale e produttivo che operano in sinergia, non in opposizione.
Stavolta si può fare.
Arrivano le elezioni e il Pd prova a nascondere la polvere sotto il tappeto.
Si vergognano talmente tanto del progetto di quotare in borsa la Multiutility di acqua e rifiuti che ieri in Consiglio comunale hanno rifiutato di esprimersi, rimandando la questione a dopo il voto.
Come se questo non fosse un tema fondamentale per i cittadini, che pagano i servizi di questa azienda con le loro tasse e hanno il diritto di sapere quale sarà il suo futuro.
E come se i 4.142 cittadini e cittadine empolesi che si sono già espressi in maniera contraria sul progetto, non esistessero.
Il trucco è svelato: ora fanno finta di nulla, poi in caso di vittoria a giugno quoteranno in borsa l’azienda che gestirà beni essenziali come acqua e rifiuti, rendendo inutile il referendum che si terrà a Empoli nel 2025.
Su “Il sole 24 ore” di Mercoledì 14 giugno 2023 troviamo un articolo a firma Carmine Fotina dal titolo: “Il flop coesione Regioni più lontane dalle medie europee”. In pratica si tratta di una analisi sul report Istat sulla graduatoria delle regioni italiane nel ranking europeo per Pil pro capite in PPA. Nella tabella qui sotto (tratta dallo stesso articolo) si possono vedere anche le posizioni 2021 e differenza posizioni sul ciclo 2000-2006.
Riportiamo un breve stralcio dell’articolo che ci sembra gettare luce su una classe politica regionale parecchio incline a immotivate auto-celebrazioni.
«Se le regioni “periferiche” sono rimaste tali, quelle “centrali” in
termini di reddito si sono progressivamente allontanate dal
“centro” europeo, con tassi di crescita medi annui tra i più
bassi, così da non rappresentare più un traino per il resto dell’Italia ma anche non mostrandosi in grado di agganciare le aree locomotiva della Ue. Riassumendo, mentre nel 2000-2006 erano cinque le regioni italiane collocate tra le prime 25 di quella che è oggi l’Ue-27 (Province autonome di Bolzano e Trento, Valle d’Aosta, Lombardia e Lazio), nel 2021 è rimasta solo Bolzano. Al contrario nessuna regione era tra le ultime 50, mentre ora ce ne sono quattro: Puglia, Campania, Sicilia e Calabria. Il peggioramento nel ranking è evidente e riguarda anche il Centro-Nord: l’Umbria ha perso 60 posizioni; mentre Lazio, Piemonte, Liguria, Toscana e Molise oltre 40.»
Per la precisione -48. Forse sull’eccellenza Toscana c’è qualcosa da ripensare radicalmente?