TIMIDE APERTURE
Sembra che, ma è un condizionale enorme, i promotori dell’impianto di gassificazione dei rifiuti, abbiano fatto un apertura nei confronti della cittadinanza, e nello specifico delle richieste fatte fino dal primo momento da Trasparenza per Empoli, per ciò che concerne gli aspetti più tecnici del progetto.
Vi sono però, come Marco Mainardi spiega molto bene nel suo articolo, le “faccende” politiche da affrontare rispetto al tema del Gassificatore.
Siamo convinti, e non potrebbe essere altrimenti, che i progetti rispetteranno, sulla carta, tutti i limiti di legge a cui saranno sottoposti.
E allora si ritorna alla politica: la contrarietà a questo progetto, a nostro parere, si fonda su più aspetti
– sulla mancanza di un piano regionale dei rifiuti e sulla decisione, rivendicata dall’assessora regionale Monni, di creare il suddetto piano a partire da una bando per una progettualità proposta dai gestori, e quindi dalla costruzione di impianti di questo tipo.
Cioè ribaltando quello che secondo noi dovrebbe essere la strada da seguire per il piano regionale. Si dovrebbe infatti basare in primis, oltre che su un’analisi precisa e dettagliata della situazione di produzione rifiuti e sui bisogni attuali, sulla volontà e azione tesa alla riduzione della produzione dei rifiuti attraverso politiche e atti normativi che vadano in questa direzione e nella gestione dei rifiuti che tenda alla maggior differenziazione, riuso e riciclo. In ultima istanza la valutazione di proposte di impianti, adeguatamente dimensionati, per la gestione del rifiuto non riciclabile.
– la localizzazione del gassificatore in un area clamorosamente troppo vicina all’abitato, inadatta perché alluvionabile, vicino ad altri impianti industriali e su terreno agricolo.
– la grandezza dell’impianto (sperimentale) che dovrebbe gestire i rifiuti di metà Toscana in un area (quella dell’empolese-valdelsa) virtuosa per raccolta differenziata.
– anche l’aspetto del lavoro è fondamentale: gli investimenti in impianti di questo tipo, riducono il numero dei lavoratori addetti nel settore che crescerebbero invece nel perseguire la gestione di rifiuti con impianti più piccoli, e che si fondano sul lavoro umano.
– la necessità di rendere più democratica e partecipata possibile la discussione sui temi sopra affrontati.